Archivi del mese: febbraio 2009

Assemblea cittadina PD romano

Assemblea Cittadina del PD di Roma:
lunedì 2 marzo h.17,30
c/o Roma Eventi (Via Albert, 5) Fermata metro Spagna.
Conclude Dario Franceschini.

PD, varata la nuova segreteria

PD, varata la nuova segreteria

immagine documento Varata la nuova Segreteria del PD. Ne fanno parte Vasco Errani, presidente della regione Emilia Romagna, il sindaco di Torino Sergio Chiamparino, il presidente della Provincia di Rieti Fabio Melilli, il segretario regionale del Pd lombardo, Maurizio Martina, il segretario provinciale del Pd di Siena, Elisa Meloni, la parlamentare Federica Mogherini e il consigliere regionale siciliano, Giuseppe Lupo.
Maurizio Migliavacca assumerà la funzione di dirigente dell’area Organizzazione.

“Come mi ero impegnato a fare con l’assemblea che mi ha eletto segretario, ho fatto la mia segreteria coinvolgendo il territorio nella dirigenza del partito senza aver trattato con nessuno, in solitudine e mi assumo la responsabilità delle mie scelte”. Lo ha spiegato ai cronisti il segretario dei Pd, Dario Franceschini che questa sera ha presentato la sua segreteria.

“La costruzione di organismi dirigenti di solito richiede tempi di riflessione più lunghi pero’ in questo caso c’era l’urgenza di avere in campo da subito organismi non provvisori – ha chiarito Franceschini – oggi mancano cento giorni alle europee quindi non c’è tempo da
perdere”, ha aggiunto il segretario del Pd.

La segreteria si riunirà settimanalmente e sono previste riunioni frequenti anche dell’assemblea dei segretari regionali.

Per quanto riguarda invece il team di coloro che si occuperanno dei dipartimenti tematici, Franceschini ha detto che verrà seguito un altro criterio di selezione perché “qui servono esperienze e scegliero’ tra i componenti dei gruppi parlamentari. Coinvolgero’ ovviamente anche i presidenti dei gruppi e i vicepresidenti delle Camere. Insomma, persone di esperienza e di peso politico”.

Uniti e pronti

Uniti e pronti

Franceschini illustra alla stampa le nuove 12 aree tematiche del Partito Democratico

immagine documentoA 98 giorni dal voto per le prossime elezioni amministrative ed europee, il PD si dà una nuova struttura organizzativa basata su aree tematiche che, in ottemperanza con quanto voluto dall’Assemblea Nazionale, rappresenti e coinvolga maggiormente il territorio democratico.

In una conferenza stampa, a margine della prima riunione della Segreteria del PD, il neo segretario Dario Franceschini ha ricordato come il Partito Democratico è radicato sul territorio con migliaia di circoli, di militanti e di amministratori, rappresentando una vera rarità nel panorama politico italiano. “Aver organizzato l’Assemblea Nazionale in soli tre giorni è stata la dimostrazione del patrimonio straordinario” che è alla base del nostro partito.

Al posto del governo ombra, azzerato nelle nomine e nella forma, il nuovo organigramma prevede 12 aree tematiche i cui responsabili sono stati scelti su criteri di esperienza e autorevolezza. “Dodici responsabili delle aree tematiche – ha evidenziato Franceschini – invece dei 24 ministri e viceministri del governo ombra. Abbiamo dimezzato le figure scegliendo sulla base dell’esperienza, dell’autorevolezza e del lavoro parlamentare”. Il segretario del PD ha chiarito come non ci fosse il tempo necessario per fare scelte di investimento a lunga scadenza viste le elezioni alle porte.

“Nei momenti di difficoltà, le persone con grande senso di responsabilità hanno capito che serviva accantonare le tensioni e le divisioni” che stavano caratterizzando il dibattito all’interno del PD. “Ora si lavora a testa bassa – ha concluso Franceschini – come una squadra. La partita da giocare non è solo quella delle prossime elezioni ma l’Italia dopo il voto”.

Ecco le 12 aree tematiche e i loro responsabili:

Economia: Pierluigi Bersani
Esteri: Piero Fassino
Educazione: Beppe Fioroni
Pubblica Amministrazione: Linda Lanzillotta
Welfare: Enrico Letta
Cultura: Giovanna Melandri
Sicurezza: Marco Minniti
Politiche regionali: Margherita Miotto
Agricoltura: Colomba Mongiello
Difesa: Roberta Pinotti
Ambiente: Ermete Realacci
Giustizia: Lanfranco Tenaglia

Dario Franceschini, ha quindi assegnato anche gli incarichi per le aree relative al partito:

area Comunicazione: Paolo Gentiloni
area Formazione e Studi: Giorgio Tonini
area Enti Locali: Paolo Fontanelli
area Iniziativa Politica: Goffredo Bettini

La salute non ha cittadinanza!

1° volantino del Circolo PD Istituto Superiore di Sanità

LA SALUTE NON HA CITTADINANZA!
Il Senato ha approvato con il voto compatto della maggioranza di centro destra il disegno di legge sulla sicurezza che ora passa all’esame della Camera. Tra i punti principali la tassa sul permesso di soggiorno (potrà andare dagli 80 ai 200 euro), la schedatura dei senzatetto, la possibilità per i medici di denunciare i clandestini che a loro si rivolgono per essere curati.
A seguito dell’approvazione di quest’ultimo emendamento della Lega in Senato, i medici potranno infatti denunciare all’autorità giudiziarie gli immigrati clandestini: è stato cancellato il principio di non segnalazione da parte dei sanitari alle autorità degli immigrati bisognosi di cure, contravvenendo quindi ad uno dei principi fondamentali sanciti nella nostra Costituzione che considera la salute come bene collettivo fondato sul libero accesso alle cure.
Questo provvedimento oltre che limitare tale libertà rischia di tradursi in un boomerang per la tutela della salute di tutti con pesanti ricadute sulla collettività. Costringerà di fatto gli immigrati a cercare percorsi di cura anch’essi clandestini di dubbia efficacia se non dannosi e probabilmente gestiti dalla criminalità, oppure li porterà a non curarsi affatto e ad ignorare e trascurare gravi malattie. Che ne sarà delle tante clandestine (non pericolose criminali, ma colf e badanti che accudiscono i nostri anziani e i nostri bambini) che non potranno più rivolgersi agli ospedali per partorire o curare i propri figli? In una nota di protesta contro il disegno di legge la Società Italiana di Pediatria ricorda che la denuncia da parte del medico degli immigrati clandestini mette in pericolo soprattutto i bambini, che rischiano di diventare invisibili.
Come circolo del Partito Democratico dell’Istituto Superiore di Sanità, costituto da persone da sempre impegnate con il proprio lavoro in ambito di sanità pubblica a garantire il buon funzionamento del sistema sanitario nazionale a tutela della salute della colletività, ci pronunciamo decisamente contro questa norma indegna di una società civile. Ribadiamo il principio che l’accesso alle cure deve costituire ovunque e sempre un’area protetta di solidarietà e umanità.

Circolo del Partito Democratico Istituto Superiore di Sanità


GIURAMENTO di IPPOCRATE
Testo “moderno”
Consapevole dell’ importanza e della solennità dell’ atto che compio e dell’ impegno che assumo, giuro: di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento; di perseguire come scopi esclusivi la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell’ uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale; di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di un paziente; di attenermi alla mia attività ai principi etici della solidarietà umana, contro i quali, nel rispetto della vita e della persona, non utilizzerò mai le mie conoscenze; di prestare la mia opera con diligenza, perizia, e prudenza secondo scienza e coscienza ed osservando le norme deontologiche che regolano l’esercizio della medicina e quelle giuridiche che non risultino in contrasto con gli scopi della mia professione; di affidare la mia reputazione esclusivamente alla mia capacità professionale ed alle mie doti morali; di evitare, anche al di fuori dell’ esercizio professionale, ogni atto e comportamento che possano ledere il prestigio e la dignità della professione. Di rispettare i colleghi anche in caso di contrasto di opinioni; di curare tutti i miei pazienti con eguale scrupolo e impegno indipendentemente dai sentimenti che essi mi ispirano e prescindendo da ogni differenza di razza, religione, nazionalità condizione sociale e ideologia politica; di prestare assistenza d’ urgenza a qualsiasi infermo che ne abbisogni e di mettermi, in caso di pubblica calamità a disposizione dell’Autorità competente; di rispettare e facilitare in ogni caso il diritto del malato alla libera scelta del suo medico, tenuto conto che il rapporto tra medico e paziente è fondato sulla fiducia e in ogni caso sul reciproco rispetto; di osservare il segreto su tutto ciò che mi è confidato, che vedo o che ho veduto, inteso o intuito nell’ esercizio della mia professione o in ragione del mio stato; di astenermi dall’ “accanimento” diagnostico e terapeutico.

 

Una tre-giorni democratica

Una tre-giorni democratica

di Marco De Angelis


Giovedì a Piazza SS. Apostoli.

Dove festeggiammo nel 2006, stavolta l’atmosfera è diversa, non solo per il clima, ma soprattutto perché siamo in piena emergenza democratica. La piazza è di nuovo gremita, anche se ora non c’è una vittoria da celebrare, ma una Carta da difendere. Bandiere del PD, dell’Ulivo, ed anche dell’Idv. Riconosco volti che erano anche sabato scorso a Piazza Colonna. Volti forse un po’ preoccupati ma sicuramente determinati: c’è ancora un’Italia che resiste. Scalfaro, l’unico ad intervenire, è pacato ma fermo: la Costituzione è patrimonio comune di tutti gli Italiani, chi non la rispetta è contro il Paese. Alla fine, dopo gli applausi e l’inno di Mameli (almeno stavolta ci stava bene), qualcuno osa addirittura cantare Bella ciao. I volti della gente ora sono meno preoccupati, più distesi, spesso anche sorridenti. Sì, c’è ancora un Italia che resiste.


Venerdì al Centro Congressi Frentani.

E’ la seconda assemblea dei Circoli PD del Lazio, dopo quella di dicembre. Stavolta non c’è Veltroni, i partecipanti sono di meno e si comincia più tardi (l’inizio era previsto per le 16.30). In mattinata ci sono stati i tre cortei della FIOM e dell’FP CGIL e Morassut ricorda che il PD Lazio ha appoggiato ufficialmente lo sciopero; qualcuno avrebbe gradito lo stesso dai vertici nazionali. I coordinatori rivendicano una maggiore attenzione verso i circoli da parte delle strutture centrali del partito, anche per mere questioni economiche, come per esempio un aiuto per pagare l’affitto delle sedi. Si denuncia un certo scollamento tra gli eletti del partito ed i circoli di appartenenza, i limiti a volte evidenti del conferimento di cariche in base alla ripartizione delle quote e non alla competenza, la necessità insomma di un ascolto più attento e diretto verso la base territoriale del partito. La richiesta più importante è però a mio avviso che il PD, dopo discussioni libere e magari appassionate, adotti però linee politiche precise su importanti tematiche di carattere nazionale, anche perché iscritti e simpatizzanti ne chiedono conto quotidianamente. Morassut riconosce la validità di tali rivendicazioni ma altresì rimarca il fatto che in poco tempo il PD è riuscito per lo meno a darsi una struttura federale ramificata da partito vero, da partito di massa di quelli che esistevano una volta, in un epoca in cui le formazioni politiche sono per lo più organizzate come aziende finalizzate alla conquista del mercato elettorale o come liste personali incentrate su un particolare personaggio. Per quanto riguarda le auspicate prese di posizione del PD, afferma che il fatto che in un partito si discuta deve essere normale, anormale è invece quando tutti si adeguano ai diktat del presidente-padrone. Su alcune questioni di particolare sensibilità, che coinvolgono le convinzioni etico-morali dei singoli, secondo lui è bene che non ci sia disciplina di partito ma una certa libertà di coscienza, anche e soprattutto perché il PD nasce come aggregazione di culture diverse. Fa un ultimo invito perché si vigili fermamente sulle modalità del tesseramento (e su questo devo dire che il regolamento del PD romano è molto stringente). Prima di lui erano intervenuti i responsabili regionali per l’organizzazione Francesco D’Ausilio, per i diritti civili Marianna Bartolazzi, per il tesseramento Francesco Pieroni  e la segretaria regionale dei Giovani Democratici Sara Battisti.

L’assemblea si chiude alle 21, tutti coloro che si erano iscritti hanno potuto parlare: Morassut ha preferito riservare le proprie conclusioni ad una platea più ristretta piuttosto che togliere la possibilità di esprimersi a coloro i quali l’evento era dedicato

Il prossimo incontro, come promesso a dicembre, si terrà in un’altra provincia della regione. Anche questo è un segno che il PD vuole avere un rapporto più vicino possibile al territorio.


Sabato al Circolo ARCA.

E’ l’assemblea dei circoli del VI municipio, il mio. E’ il primo dei tre PD-Day ed è prevista la presenza di Veltroni per illustrare le proposte del partito per combattere la crisi economica che sta già travolgendo anche le imprese della nostra regione (basti pensare per esempio al polo della ceramica di Civita Castellana). Sono intervenuti tra gli altri un delegato del sindacato di polizia SILP-CGIL, dal quale apprendiamo tra l’altro che la metropoli di Roma è coperta da otto-dieci volanti, alla faccia dell’emergenza sicurezza con la quale le destre hanno preso il Campidoglio. Era presente una delegazione di lavoratori, anzi ex-lavoratori perché licenziati, della Carrefour della Romanina che hanno denunciato come l’incompetenza dei dirigenti sia sempre pagata dai dipendenti, tema questo dei manager strapagati ed impuniti che è stato poi ripreso da Marco Minniti, intervenuto più tardi per l’impossibilità di Veltroni a partecipare, a causa di sopraggiunti impegni con le parti sociali (sindacati, confindustria ecc.).


Questo è quanto, oggi pomeriggio volantino al Prenestino e domattina in Istituto. Sono graditi generi di conforto 🙂

L’indifferenza

Il 12 febbraio 1924 Antonio Gramsci fondava l’Unità. In occasione dell’85° anniversario della fondazione il giornale pubblica uno scritto che Gramsci dedicò ad un tema attualissimo: l’indifferenza.

L’indifferenza

di Antonio Gramsci

Si osserva da alcuni con compiacimento, da altri con sfiducia e pessimismo, che il popolo italiano è «individualista»: alcuni dicono «dannosamente», altri «fortunatamente». Questo «individualismo», per essere valutato esattamente, dovrebbe essere analizzato, poiché esistono forme diverse di «individualismo», più progressive, meno progressive, corrispondenti a diversi tipi di civiltà e di vita culturale. Individualismo arretrato, corrispondente a una forma di «apoliticismo» che corrisponde oggi all’antico «anazionalismo»: si diceva una volta «Venga Francia, venga Spagna, purché se magna», come oggi si è indifferenti alla vita statale, alla vita politica dei partiti.
Ma questo «individualismo» è proprio tale? Non partecipare attivamente alla vita collettiva, cioè alla vita statale (e ciò significa solo non partecipare a questa vita attraverso l’adesione ai partiti politici «regolari») significa forse non essere «partigiani», non appartenere a nessun gruppo costituito? Significa lo «splendido isolamento» del singolo individuo, che conta solo su se stesso per creare la sua vita economica e morale? Niente affatto. Significa che al partito politico e al sindacato economico «moderni», come cioè sono stati elaborati dallo sviluppo delle forze produttive più progressive, si «preferiscono» forme organizzative di altro tipo, e precisamente del tipo «malavita», quindi le cricche, le camorre, le mafie, sia popolari, sia legate alle classi alte.

In piazza per la Costituzione

In piazza per la Costituzione

In piazza per la Costituzione

Noi stiamo coi partigiani!

A.N.P.I.

A.N.P.I.